Oficinad’arte esce da Padova e torna al Mercatino dei Granai, Belmond Hotel Cipriani, Giudecca.
Esperienza affascinante, quella di contornare i gioielli contemporanei di una cornice tanto suggestiva come gli antichi granai della Repubblica.
La vastità delle sale, l’opulenza dei cristalli abbracciano il design essenziale, con braccia di luce antica, nel grembo galleggiante di Venezia.
Il contrasto è la storia di fronte alla ricerca, attraverso la quale usciamo dal passato conosciuto, cercando di tracciare strade nuove.
Il Mercatino per Oficinad’arte è un’occasione per stringere le mani, per stringerne molte. L’affluenza è copiosa, è curiosa.
Io porto la mia arte, ognuno porta la propria, che è vecchia, vintage, nuova, innovativa. È arte.
E l’arte, come ogni manifestazione concettuale, come ogni cosa che non possa essere spiegata accademicamente, deve essere compresa.
Stiamo diventando poveri, dicono, l’arte è un lusso che pochi possono permettersi. L’impressione è quella che la gente cerchi approssimate imitazioni o improvvisazioni di un pensiero.
Che ha un valore intellettuale, prima che monetario.
Che costa a chi lo pensa, prima che a chi desideri venirne in possesso.
Che costa minuti che diventano ore, alla ricerca di un’intuizione buona, o della materia per darle una forma.
Che costa la fatica delle mani, che costruiscono l’anima di un oggetto e poi la rivestono di un corpo figurato.
Artigianale.
Detto di oggetto che si riferisce all’artigiano o all’artigianato.
Un’attività lavorativa in cui gli oggetti utili o decorativi sono fatti completamente a mano.
Come la torta della nonna. La nonna curava con attenzione la scelta di ogni ingrediente, perché la torta era per i nipoti.
Oggi la torta della nonna si trova ad un prezzo medio di circa 6,00 Euro, per una fetta. Ipotizzando che la torta della nonna sia fatta di 12 fette, otteniamo un prezzo di 72,00 Euro per ogni torta della nonna.
Dovessimo dirlo alla nonna, certamente ne rimarrebbe incredula.
Eppure ha un grande valore la fatica della nonna nel ricercare il meglio ed infonderlo nel suo pensiero dolce, lavorarlo con le mani, ed amarlo fino a farlo diventare forma nella forma.
Ed offrirlo.
Non sprecarlo.
La torta della nonna oggi è sostituita dalla merendina, che costa molto meno perché la sua preparazione è più veloce e gli ingredienti non sono di prima qualità. Non è artigianale.
Dunque perché ci aspettiamo che l’oggetto e tutto ciò che è realizzato attraverso il lavoro della creatività e delle mani dell’artigiano abbia il prezzo del suo corrispettivo industriale?
È forse la macchina che taglia l’acciaio preziosa quanto la cura della forbice che, guidata dalle dita e da una visione, attraversa la materia con passi lenti e attenti?
Il cuore dell’artigiano orafo si scalda ancora al calore del cannello, si scioglie nell’argento il suo progetto.
Cosa accade se non sappiamo più attribuire l’oggettiva importanza – ed il conseguente valore – a ciò che ci circonda, oggetti, circostanze, momenti che possiamo definire interpretativi?
Sono forse la nascita o la morte uguali alla vita?
Oggi vengo alla luce.
Domani sono come tutti.
È oggi la mia differenza, la mia opportunità di distinguermi.
Non lascio alcun segno, se non l’idea che avevo di questo viaggio, e dei viaggiatori, ai quali ho dato forma di anelli, orecchini, collane, e ognuna era un momento, e ognuna era qualcuno.
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